Entro in un luogo e fotografo.
Le immagini colgono porzioni di pareti esterne o interne che, osservate nel dettaglio, dimostrano i segni del proprio tempo. Possono essere cadenti, ammuffite, lasciate esposte a sole, luna, pioggia, nelle vicinanze di piante o passaggi radenti: ogni cosa lascia un segno che diventa storia del luogo e, se isolata, si può leggere come una mappa del vissuto.
Accade così che attraverso una semplice elaborazione delle foto, tra il grafico e il fotografico, emergano giochi cromatici e tridimensionalità inattese; lo sguardo ora può compiere un percorso emozionale, libero di allontanarsi dal concetto consueto di fotografia.
Ho utilizzato delle forme geometriche, il cerchio e il quadrato, che sottendono ad una pace estetica grazie al loro rapporto d’equilibrio. In ogni fotografia si ritrova questo modello dove la parte centrale, il cerchio appunto, viene elaborato in negativo, come fosse una pellicola fotografica.
Il risultato evoca un pianeta che osservato da vicino consente la scoperta di alture rocciose, deserti, paludi e grandi oceani: è solo la nostra immaginazione che per qualche piccolo momento ha preso il sopravvento e ci regala un viaggio lontano.